Leonardo Rossetti De Amici ha iniziato la sua terza carriera nel baseball !
Tutti conoscete il nostro tesserato Leonardo Rossetti De Amici, grande difensore del cuscino di prima base per tanti anni dapprima nelle nostre giovanili e poi nelle nostre prime squadra e da quest’anno importantissimo coach della serie B. Vale però la pena fare un rapidissimo passo indietro e raccontarvi la sua “piccola grande storia di baseball”, quella che molti di voi invece non conoscono. Leo è nato nel 1981 ed ha iniziato a giocare a 8/9 anni. Ricordo ancora quando lo “assoldai” al bar Centrale chiedendogli, mentre giocava ad un video-gioco, “come mai non vieni a provare il baseball”?. Già questo vi sembrerà strano ma è andata davvero così. Talvolta noi giovani dirigenti cercavamo nuovi bambini per le nostre squadre chiedendo loro di venire a provare il nostro sport. Ricordo che suo padre, che era al suo fianco, mi chiese: “ma di cosa state parlando” ? Forse pensava a qualcosa di brutto…. Solo dopo, io capii di essere stato un po’ imprudente ma risposi subito “di baseball” e l’imbarazzo di tutti (ma soprattutto mio) finì li. Leo venne a provare e portò al seguito il fratellino Emanuele e subito si appassionarono. Anche i suoi genitori, purtroppo poi entrambi scomparsi molto prematuramente, erano entusiasti. La sua famiglia abitava all’epoca in via Gruara e della finestre posteriori della casa i Rossetti De Amici potevano vedere il nostro campo (allora era ancora un prato e poco più). Nel 2001, a vent’anni, Leo si trasferirsi in Piemonte con il padre con suo e nostro grande dispiacere. Dalla nuova residenza di Cavaglia Sterna in provincia di Vercelli cercò una squadra per continuare a coltivare la sua passione ma tutte le società erano troppo lontane. Dopo aver già perso tutti i suoi amici ed i compagni di squadra povigliesi, Leo perse così anche il suo amato baseball. Nel 2005, per fortuna, decise di tornare a vivere a Poviglio, ma il suo nuovo lavoro non gli lasciò inizialmente lo spazio per allenarsi e giocare a baseball. Solo nel 2006 riuscì infatti a riprendere l’attività sportiva nella squadra. E’ Indimenticabile il suo look un po’ “Rasta” ed un po’ anche volutamente “trasandato” di quegli anni ma sono anche indimenticabili le sue famose spaccate in prima base per catturare con il guantone delle palline impossibili. Nel settembre 2012, però, sullo sfortunato Leo (ci permettiamo definirlo così sperando che non si offenda) si abbattè un’altra tegola: mentre correva con un amico sentì una sorta di malessere oppressivo, come un peso, che prendeva la sua spalla sinistra. Tenuto conto della morte dei genitori per cause legate al cuore, giustamente, venne chiamata l’ambulanza e Leo venne ricoverato all’Ospedale di Montecchio. Gli viene diagnosticata una piccola ischemia cardiaca e venne scrupolosamente sottoposto ad una coronarografia per stabilirne le cause. Si scoprì che esse erano legate alla presenza di un “ponte coronarico”, una malformazione congenita del cuore non troppo rara ma nel caso di Leo strutturalmente molto seria. Per fortuna, l’operazione chirurgica (by pass) a cui è stato sottoposto nel gennaio 2013 e la successiva riabilitazione sono stati perfetti. Leo ha infatti potuto riprendere la propria vita normale. Può anche correre, anzi gli viene terapicamente consigliato di correre, ma purtroppo l’abilitazione alla pratica sportiva al momento è lontana o forse addirittura impossibile. Come vent’anni prima, allora, mi propongo gli chiedo: “come mai non fai l’allenatore ? sai che avremmo bisogno !”. Dopo un’iniziale titubanza, certamente legata al suo status mentale ancora da atleta, Leo accetta ma non si prende un impegno costante e duraturo. La sua prima uscita da “coach” è infatti estemporanea ed avviene nel giungo 2013 al “Castelsport” (una manifestazione durante la quale 600 bambini hanno provato il baseball a Castelnovo Sotto). Quest’inverno, però, l’ho ricontattato e questa volta l’ho trovato prontissimo a mettersi al servizio della sua ex squadra ed a collaborare con il manager Gonzalez e con gli altri elementi dello staff. Leo sta quindi ora imparando tutti i segreti del mestiere, eccetto quelli a lui già ben noti come ad esempio quelli relativi al ruolo di prima base. Chi di Voi è venuto al campo domenica scorsa ad assistere alla prima uscita stagionale della squadra lo avrà certamente già sentito dispensare preziosi consigli ai suoi giovani adepti del suo vecchio ruolo. Bravo Leo, la tua terza carriera nel baseball è allora davvero iniziata !.
Stefano Campanini