25 agosto 2024: una domenica da ricordare

gavettone a Medina

Anche se può sembrare un gioco di parole un po’ strambo, nello sport ci sono giornate indimenticabili ancora più indimenticabili di altre. Chi era a Parma il 25 agosto 2024 – scritto così, già a futura memoria – ricorderà probabilmente per sempre le emozioni che la nostra Squadra ha riservato ai tifosi, giunti al Tullo Massera in numero considerevole. Non è tanto la doppia vittoria sull’Oltretorrente, non sono le entusiasmanti giocate del nostro attacco (fuoricampo da tre punti di Jonathan Castillo Castillo in gara 1 e un paio di bunt da “colpo di genio” come richiede una certa canzone che inneggia al Baseball Poviglio), come non è la fenomenale bastonata di “Riccio” Lugli che firma la vittoria con i suoi due RBI e neppure – per assurdo e perfino – la immensa prestazione sul monte di gara 2 di Frank Luis Medina (15 K in 163 lanci di complete game). Tutte queste imprese sarà la nostra piccola Storia a ricordarle: il tifoso che sta scrivendo non dimenticherà mai queste due partite, perché era invece la prima volta che bisognava “vincere per non perdere”. Un altro gioco di parole, ma spiegabilissimo: mai come ieri era palpabile dietro le spalle l’orrendo fantasma di una retrocessione, o anche solo della roulette russa che si troveranno ad affrontare le ultime dei tre gironi.  

Questa forte emozione non si era mai provata, almeno negli ultimi anni che ricordo io, un’angoscia sottile che nei giorni precedenti la partita rimandava continuamente il pensiero di “come andrà mai a finire?”

In questo cammino verso la piena salvezza mancano ancora un paio di “bracciate”, solo che dopo domenica lo striscione del finish è più vicino e ora abbordabilissimo.  Ecco perché ricorderò/ricorderemo la domenica di Parma: per il caldo, il bar del campo di Via Parigi chiuso a beveraggi rinfrescanti, il nostro tifo che ho sentito vicino e tonico, e poi cosa…?

Ah, già, per quel baseball che fa sognare chi vince e disperare chi perde, e per quell’immagine di Frank investito dal “gavettone” liberatorio che rammenterà E PER SEMPRE a chi c’era quanto il baseball sia davvero il “gioco più bello del mondo”.

Gatto

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